Vent'anni senza Fabrizio De André

IL RICORDO

L'11 gennaio 1999 si spegneva a Milano il grande cantautore genovese

Ricordo benissimo quella mattina dell'11 gennaio del 1999, quando mi raggiunse brutalmente la notizia della morte di Fabrizio De André.
Fu terribile per la consapevolezza istantanea che non ci sarebbero state più suo nuove canzoni e che, improvvisamente, tutto quello che di lui restava era quanto avevamo già, ovvero i suoi meravigliosi album. Che non è poco. Ma quanti di noi, che abbiamo amato la sua arte, avrebbero voglia di scoprire quello che avrebbe regalato ancora alla musica italiana se un "destino ridicolo" (tanto per citarlo) non ce lo avesse strappato troppo presto?
Ho avuto il privilegio di incontrarlo un paio di volte, la seconda in particolare per una foto mancata (ma questa è un'altra storia) e ne conservo un ricordo prezioso. In sua presenza si respirava un'aria particolare (e non solo per la nuvola di fumo che puntualmente l'avvolgeva). Sentivi che ti trovavi di fronte a un grande artista e, soprattutto, ad un maestro del pensiero libero. Insomma, De André ci manca. Forse in questi vent'anni è stato fin troppo mitizzato (e lui per primo ne proverebbe fastidio), ma come prescindere dalle sue canzoni, nel nostro percorso di vita?
(gm)
 
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