La precarietà è divertente?

E' ciò a cui  cerchiamo di rispondere: se è vero che il posto fisso significa monotonia.
Il Presidente Monti in una delle sue ultime apparizioni in tv  ha detto «I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide».
Se era una battuta di certo non l'abbiamo capita, innanzitutto perchè ci sembra che più bello sarebbe poter cambiare il presente del nostro Paese, se è vero come è vero che il numero di disoccupati sta per superare le 2.500.000 unità, con punte del 30% per chi ha meno di 25 anni, mentre il numero di inoccupati (chi non ha mai lavorato) è in costante aumento soprattutto tra le donne.
Ragionier Monti, dice che questi numeri da terzo mondo non le bastano?!? Voleva forse darci da intendere che la soluzione dell'arcano per il futuro dell'Italia sta nel moltiplicare questo dato che di per se è già drammatico?!
Eppure ci sembra fin troppo evidente che un disoccupato è tale perché ha perso il posto di lavoro e non ne ha trovato un altro.
Dunque, tranne che per il Primo Ministro, ci sembra altrettanto evidente che il posto fisso in Italia, tolti i dipendenti pubblici ed i politici, non esiste già più, purtroppo!
"Purtroppo" perché il posto fisso, per quei Paesi del Nord Europa che hanno Aziende che lo offrono ancora, non nasce dal nulla ma da politiche economico-sociali da sempre proiettate sulle generazioni a venire. L'esatto opposto di ciò che è avvenuto da noi.
La "nostra" politica, con il solo scopo di arricchire le proprie segreterie di partito ed i rispettivi militanti, è riuscita a divorarsi anche quelle Aziende (a partecipazione Statale) che un tempo rappresentavano l'eccellenza del made in Italy nel mondo. Proprio quelle Aziende che avrebbero potuto offrire ancora quei posti di lavoro di cui abbiamo tanto bisogno.  
Ragionier Monti, questa è la politica che la sostiene, non gli Italiani. 
politicanti talmente mediocri al punto di concederle di dipingere la precarietà come una sfida alla noia.