Terza serata: tante cover per tutti i gusti

La serata delle cover. Molte belle interpretazioni ma anche noia.

Terza serata. E stasera sono al Roof 1, la sala stampa del teatro Ariston. Per uno come me, che ci entra per la prima volta, è un bel brivido, specie affacciandosi dal tetto del teatro, osservando il red carpet dall'alto. E poi vedere un sacco di giornalisti noti e personaggi come Alba Parietti che si aggirano per la sala è divertente.
A parte queste piccole cronache di un appassionato che si ritova dentro questo meraviglioso baraccone, la serata parte subito con la gara tra i giovani. Il cofnronto tra Giovanni Caccamo e Serena Brancale viene vinto dal primo, che di sicuro ha un brano molto più radiofonico. Quello delle Brancale, d'altro canto è decisamente più raffinato.
La seconda sfida riguarda la giovane Rakele vs. Amara. Vince Amara, nonostante il momento di confusione di Carlo Conti.
Federico Paciotti (ex-chitarrista dei Gazosa) è un tenore che offre una nuova interpretazione di "E lucean le stelle".
La gara dei Campioni, in questa serata di cover, è divisa in cinque gruppi: si parte con Raf e la sua versione di "Rose rosse". Irene Grandi sceglie "Se perdo te" e Moreno propone invece "Una carezza in un pugno". Il primo applauso del roof è per lui. Anna Tatangelo rispolvera una canzone che ha vinto nel 66, "Dio come ti amo".
A seguire il collegamento con lo spazio e Samantha Cristoforetti
Secondo gruppo: Biggio e Mandelli cantano "E' la vita, la vita" di Cochi e Renato: naturalmente. Poi "Il volto della vita" con Chiara, successo del 68 di Caterina Caselli. Anche in questo caso si può dire che con quella voce, Chiara può canatare di tutto. "Mare mare" di Carboni è il brano scelto da Nesli. Nek si cimenta con una delle più belle canzoni italiane di sempre, "Se telefonando". La sala stampa fa il coro, con la Parietti che balla e riprende con lo smartphone.
Luca e Paolo cantano in omaggio a tutti i grandi della musica passati a miglior vita.
Terzo gruppo: i Dear Jack reinterpretano "Io che amo solo te" di Endrigo e lo fanno bene. Grazia Di Michele e Platinette (Mauro Coruzzi rimane in armadio, questa sera):"Alghero" della grande Giuni Russo.
E' la volta di Bianca Atzei con un'intensa "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco. La canzone che, eliminata nel 1967, causò il suo insano gesto estremo. Infine, Alex Britti canta "Io mi fermo qui", canzone non famosissima come le altre: ottimo assolo di chitarra. Ma ha qualche problema di controllo della voce, quest'anno.
Sul motivo per cui Massimo Ferrero è salito sul palco dell'Ariston si interrogheranno i posteri.
Gli Spandau Ballet, che hanno dato buca la conferenza stampa del Palafiori, tornano all'Ariston 30 anni dopo la loro memorabile esibizione che mandò in visibilio un fiume di ragazze degli anni ottanta.
 
Il quarto gruppo inizia con Lorenzo Fragola e la sua versione di "Una città per cantare", canzone di Jackson Browne e portata al grande successo in Italia da Ron.
I potenziali vincitori di quest'anno, Il Volo, propongono "Ancora" di De Crescenzo. Troppo di maniera, troppo. Ecco poi Annalisa. La sua versione di "Ti sento" dei Matia Bazar è perfetta.
Lara Fabian canta "Sto male" di Ornella Vanoni. Voce pazzesca, modulata abilmente.
L'ultimo gruppo,il quinto, inizia con Gianluca Grignani e "Vedrai vedrai" di Tenco. Riesce a trovare quel tocco malinconico che è la chiave di lettura di questa splendida canzone. Ancora brava Nina Zilli con "Se bruciasse la città". Cimentarsi con Vasco Rossi è sempre complesso e Malika Ayane è coraggiosa a visitare "Vivere". Chiude le danze Marco Masini con il gioiello che nel 1988 Francesco Nuti portò al Festival, "Sarà per te".
Essendo divisi in gruppi di quattro, i vincitori di ogni singolo gruppo, determinati anche dai nostri voti, sono Moreno, Nek, i Dear Jack, Il Volo e Marco Masini.
Lo spareggio decreta vincitore assoluto della serata delle cover, dopo un ballottaggio, Nek.
Ospiti della serata i Saint Motel con "My type" e poi il nuovo singolo "Cold cold man".
Che dire di questa terza puntata di Sanremo 2015? E' scorsa tranquilla, senza nulla di particolare da rilevare. Conti è sempre più mattatore e, se dobbiamo rilevare qualcosa, è il ruolo di Emma, Arisa e Rocio, non ancora ben definito. Altra critica: le serate dei duetti erano migliori. Queste sono semplici cover e non tutte riuscite. Probabilmente un piccolo spreco in un Festival che, finora, sta funzionando.
(Gianluca Mura)
 
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