In Italia il lavoro “smart” è ancora un miraggio?
Inviato da radio41 il Lun, 22 Giugno 2015
COMUNICATO STAMPA
Per numero di “telelavoratori” le cifre in Italia sono ancora basse
Secondo le analisi TeamViewer, il numero di dipendenti e collaboratori che preferiscono lavorare da casa è attualmente in aumento. Questo è possibile tra l'altro grazie allo sviluppo tecnologico nel settore IT e all'aumento della velocità e della qualità di internet. Grazie alla diffusione di dispositivi mobili, alcuni dipendenti tendono ad utilizzare le proprie tecnologie e i propri dispositivi sul posto di lavoro, una tendenza ampiamente riconosciuta definita 'bring your own device ". Portare il proprio dispositivo facilita la pratica del telelavoro. Senza essere fisicamente in i ufficio gli impiegati sono in grado di connettersi e condividere informazioni.
Dall’ultima ricerca Regus condotta su 44.000 uomini d'affari in piu' di 100 Paesi è infatti emerso che l’84 per cento dei lavoratori hanno utilizzato nell’ultimo mese almeno uno strumento che permette e contribuisce a lavorare da remoto. L'uso di questi applicazioni, di cui fa parte anche TeamViewer, che è, ad esempio, la terza applicazione più utilizzata in Canada, è aumentato incredibilmente.
Dall’ultima ricerca Regus condotta su 44.000 uomini d'affari in piu' di 100 Paesi è infatti emerso che l’84 per cento dei lavoratori hanno utilizzato nell’ultimo mese almeno uno strumento che permette e contribuisce a lavorare da remoto. L'uso di questi applicazioni, di cui fa parte anche TeamViewer, che è, ad esempio, la terza applicazione più utilizzata in Canada, è aumentato incredibilmente.
L’Italia
Per numero di “telelavoratori” le cifre in Italia sono ancora basse mentre la Repubblica Ceca (14%) e soprattutto l’Olanda (32%) sono ai primi posti delle classifiche europee. Le motivazioni sono varie ma soprattutto le differenze culturali determinano la penetrazione del telelavoro nelle imprese. Da notare che a restare indietro è comunque l’Europa (8%) rispetto alle percentuali di telelavoro nei Paesi emergenti come l’India (50%), l’Indonesia (34%), il Messico, l’Argentina e il Sud Africa (30%). Se da un lato l’Olanda si è dotata di una legge che prevede che da luglio 2015 il datore di lavoro non può rifiutare la richiesta di telelavoro da parte del dipendente, in Italia, la situazione è ancora molto diversa. Secondo Federmanager e Agenda Digitale se si applicassero modelli di telelavoro ai 1,3 milioni di lavoratori italiani - rispetto agli attuali 3/400.000 – si potrebbero recuperare circa 4 miliardi l’anno, equivalente ad un quarto di punto del PIL.
Per numero di “telelavoratori” le cifre in Italia sono ancora basse mentre la Repubblica Ceca (14%) e soprattutto l’Olanda (32%) sono ai primi posti delle classifiche europee. Le motivazioni sono varie ma soprattutto le differenze culturali determinano la penetrazione del telelavoro nelle imprese. Da notare che a restare indietro è comunque l’Europa (8%) rispetto alle percentuali di telelavoro nei Paesi emergenti come l’India (50%), l’Indonesia (34%), il Messico, l’Argentina e il Sud Africa (30%). Se da un lato l’Olanda si è dotata di una legge che prevede che da luglio 2015 il datore di lavoro non può rifiutare la richiesta di telelavoro da parte del dipendente, in Italia, la situazione è ancora molto diversa. Secondo Federmanager e Agenda Digitale se si applicassero modelli di telelavoro ai 1,3 milioni di lavoratori italiani - rispetto agli attuali 3/400.000 – si potrebbero recuperare circa 4 miliardi l’anno, equivalente ad un quarto di punto del PIL.
Quant'è caro fare le vacanze in Italia!
Inviato da radio41 il Dom, 29 Giugno 2014
Il Belpaese costa mediamente più di tutti gli altri rivali europei
(Ansa) - Estate 'salata' in Italia: trascorrere le vacanze nel Belpaese è infatti più caro, con la spesa per hotel e ristoranti che risulta superiore del 10% rispetto alla media europea. L'Italia si classifica dunque come la meta più costosa del Mediterraneo. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurostat del 2013 che evidenziano come, superato lo spread finanziario, a frenare gli incassi turistici sul territorio nazionale sia il sovrapprezzo che i vacanzieri devono pagare.
I costi per alloggi e cibo, afferma Coldiretti, sono ''nettamente superiori rispetto alle mete concorrenti del Mediterraneo''. La destinazione più conveniente per hotel e ristoranti è infatti, precisa l'associazione, il Montenegro dove si paga il 37% in meno rispetto alla media comunitaria, seguito dalla Croazia con il 26% in meno, dal Portogallo dove il risparmio è del 23% e dalla Turchia dove il conto è inferiore del 22% rispetto alla media Ue. Il confronto, prosegue Coldiretti, ''è pesante anche con Paesi tradizionalmente rivali dell'Italia come la Grecia, dove l'esborso per ristorazione e alloggio è inferiore del 12%, e la Spagna che costa il 9% in meno della media''.
(fonte: Ansa)
Google sommersa dalle richieste di "oblio"
Inviato da radio41 il Gio, 5 Giugno 2014
Sono tantissimi gli europei che hanno chiesto la rimozione dal motore di ricerca
(Ansa) - Google ha ricevuto dai cittadini europei più di 41mila richieste di rimozione di link a loro riferiti, dopo che l'azienda ha reso disponibile venerdì scorso un modulo da compilare online per inoltrare le richieste. Lo rende noto il Financial Times, che ha sentito fonti vicine alla compagnia americana.
Google ha introdotto il meccanismo di richieste online dopo la sentenza della Corte Europea del 13 maggio, relativa al caso di un cittadino spagnolo, in cui ha riconosciuto il diritto all'oblio e alla rimozione di link giudicati "inadeguati o irrilevanti". Solo nel primo giorno l'azienda di Mountain View ha ricevuto 12mila richieste di cancellazione di link. Secondo il Financial Times, delle 41mila richieste, una parte consistente arriverebbe da cittadini della Germania e del Regno Unito. Tra queste, ci sarebbe anche quella di un uomo che in passato ha cercato di uccidere la sua famiglia e chiede che il link relativo alla notizia e agli articoli venga rimosso. Sempre secondo il quotidiano, i primi link saranno rimossi dal web a partire dalla metà di giugno.
(fonte: Ansa)
Diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e interessuate (Lgbti) in Europa
Inviato da radio41 il Lun, 10 Febbraio 2014
In 78 paesi del mondo l'omosessualità è considerata un reato
Il Parlamento Europeo la scorsa settimana ha votato con 394 voti a favore, 176 contrari e 72 astenuti una risoluzione in cui chiede alla Commissione Europea di produrre un protocollo che preveda maggiori tutele per chi ha un orientamento sessuale alternativo, poichè in 78 Paesi del mondo l'omossessualità è considerata un reato.
In sette di questi (Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Yemen e negli stati della federazione della Nigeria che applicano la sharia e nelle zone meridionali della Somalia) i rapporti fra persone dello stesso sesso sono puniti con la pena di morte.
Nel Rapporto annuale 2013, Amnesty International ha denunciato violazioni dei diritti umani, aggressioni, intimidazioni e discriminazioni nei confronti di persone Lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) in più di 40 paesi: Albania, Armenia, Bahamas, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Camerun, Cile, Croazia, Danimarca, Fiji, Gambia, Georgia, Ghana, Grecia, Guyana, Iran, Iraq, Italia, Giamaica, Lettonia, Libano, Liberia, Lituania, Macedonia, Malawi, Moldova, Montenegro, Nigeria, Russia, Serbia, Sudafrica, Taiwan, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Ucraina, Uganda, Ungheria, Uruguay, Zimbabwe.
L'Italia fanalino di coda nella banda larga
Inviato da radio41 il Gio, 30 Gennaio 2014
Secondo Akamai il nostro Paese è l'unico con picco di velocità sotto i 20 Mpbs
Le ragioni della crisi italiana sono molte e complesse. Di sicuro la scarsa lungimiranza dei politici nell'individuare negli anni scorsi delle strategie che potessero evitare il declino del nostro Paese è stata determinante. L'incapacità di cogliere per tempo l'importanza che la rete avrebbe assunto in questo secolo è un errore che stiamo pagando in questi anni, considerando che l'accesso a Internet è ormai vitale per qualsiasi economia. Tra i tanti problemi, l'Italia non brilla in Europa per la velocità della banda larga, tanto da essere bollata - insieme alla Turchia - come fanalino di coda. Sono gli unici due Paesi del Vecchio Continente con un tasso di adozione della banda 'veloce' di Internet al di sotto del 50% della popolazione. A scattare la fotografia è il dossier trimestrale sullo stato di Internet di Akamai. Evidenzia anche che l'Italia è l'unico Paese europeo ad aver registrato un picco di velocità di connessione al di sotto dei 20 Mbps.
(fonte: Ansa)