prima serata
Sanremo 2018: Prima serata

SANREMO - Qualche pregiudizio potevamo averlo al pensiero che Claudio Baglioni avrebbe condotto il Festival di Sanremo 2018. Un cantautore alle prese con un palco così difficile poteva rivelarsi un boomerang capace di far rovinare lo spettacolo. Invece ci siamo sbagliati: il buon Baglioni ha saputo cogliere tutti gli ingredienti utili a non fallire la ricetta. Ed il primo è indubbiamente Michelle Hunziker, capace di reggere da sola l’intera serata. Una garanzia, il punto di raccordo perfetto a dare la giusta linea allo spettacolo: grintosa, spiritosa e sicura: la vincitrice morale di questo avvio.
Anche Pierfrancesco Favino non si trova a disagio nel suo ruolo, alternando il ruolo di comico, attore, cantante e bravo valletto. Forse l’unico un po’ ingessato e a tratti retorico è proprio Baglioni, ma comunque molto meno di quanto il discorso iniziale, troppo serio per un Festival, potesse far temere.
Che dire poi di Fiorello? Si riconferma, nonostante la lunga latitanza dalla televisione, il mattatore migliore che lo spettacolo italiano possa esprimere. Assolutamente perfetto.
La serata ha visto l’assenza di Laura Pausini, costretta a casa da una laringite che si spera sparisca entro la finale: Baglioni e Fiorello, che condividono con lei la data di nascita, le hanno dedicato “E tu”.
Ospite italiano l’immarcescibile Gianni Morandi, che propone “E’ una vita che ti aspetto” assieme a Tommaso Paradiso.

Veniamo alle canzoni: tutti i 20 Campioni si sono esibiti con i loro pezzi e di seguito diamo il nostro parere:
-
Annalisa (“Il mondo prima di te”): conferma la sua bellissima voce, intonatissima. Buona;
-
Ron (“Almeno pensami”): canzone di Lucio Dalla, resa benissimo dall’amico;
-
The Kolors (“Frida (Mai, mai mai)”): pezzo destinato ad un ottimo airplay radiofonico;
-
Max Gazzé (“La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”): piccolo capolavoro di Max, una bellissima favola orchestrata benissimo;
-
Vanoni-Bungaro-Pacifico (“Imparare ad amare”): bellissima canzone, i due autori sono una garanzia. La voce della Vanoni incanta ancora;
-
Ermal Meta/ Fabrizio Moro (“Non mi avete fatto niente”): che dire? Funzionano benissimo, si confermano i potenziali vincitori;
-
Mario Biondi (“Rivederti”): ottima performance, la canzone regge;
-
Roby Facchinetti / Riccardo Fogli (“Il segreto del tempo”): l’esibizione non è perfetta. Incespicano in diversi momenti. Non lasciano il segno;
-
Lo Stato Sociale (“Una vita in vacanza”): se si cerca l’effetto Gabbani, lo possono fare loro. D’accordo, l’idea della vecchietta ballerina è dei Coldplay o anche qualcuno prima, ma la canzone ha un inciso che rimane in testa. Ottimi;
-
Noemi (“Non smettere mai di cercarmi”): brava è brava, ma ormai ripete le stesse cose senza dare nulla di nuovo. Anche stavolta non sarà sul podio;
-
Decibel (“Lettera dal Duca”): pezzo onesto per un gruppo che ha ancora da dire, ora che si è ritrovato;
-
Elio e le Storie Tese (“Arrivedorci”): ci hanno stupito sempre, ogni volta che hanno calcato il palco dell’Ariston. Stavolta no, probabilmente volutamente. Una canzone dimessa, senza originalità;
-
Giovanni Caccamo (“Eterno”): qualcosa non funziona benissimo nell’esibizione. Il brano è discreto.;
-
Red Canzian (“Ognuno ha il suo racconto”): bello rivederlo ancora in veste rock, quello che era prima della sua lunga avventura nei Pooh. Bravo;
-
Luca Barbarossa (“Passame er sale”): canzone dignitosa, di grande abilità cantautorale;
-
Diodato e Roy Paci (“Adesso”): ottima esibizione. Diodato dal vivo è bravissimo e la tromba di Roy nobilita il pezzo in crescendo;
-
Nina Zilli (“Senza appartenere”): brava, bella interpretazione;
-
Renzo Rubino (“Custodire”): canzone di non facile presa, ma decisamente da riascoltare, perché è tutt'altro che banale;
-
Enzo Avitabile / Peppe Servillo (“Il coraggio di ogni giorno”): come si dice? Nel solco della tradizione. Grande arte;
-
Le Vibrazioni (“Così sbagliato”): bentornati, le radio la trasmetteranno molto.
Non ci siamo sbilanciati molto nei giudizi che, tendenzialmente, sono tutti positivi. Però non troviamo il capolavoro. Ci sono delle ottime cose, in primis Vanoni-Bungaro-Pacifico e Lo Stato Sociale.
E' notte fonda, mentre scriviamo queste righe. Siamo appena agli inizi e già il sonno arretrato si accumula.
Tags
Sanremo 2016: Prima serata

DIARIO DA SANREMO
Il Festival parte con il piede giusto. Successo per Pausini ed Elton John
(Sanremo) - Forse la più bella apertura di Festival di sempre: riproporre tutte le canzoni vincitrici degli anni precedenti è stato un colpo di genio, capace di emozionare e commuovere.
Guardando gli ascolti, che decretano un 49,5% di share con 11 milioni di ascoltatori, i commenti sulla prima serata del 66° Festival si fanno più complicati perché, qualcunque cosa possa essere stata sbagliata, non ha avuto nessun effetto negativo. Il fatto è che, di sbagliato, in questo esordio sanremese, non c'è stato praticamente nulla. Perfetta la conduzione di Carlo Conti: ancora una volta lascia spazio alle canzoni, si fa di lato e si limita ad esercitare il mestiere che conosce molto bene. Mai un eccesso, laddove il suo predecessore più affine, Baudo, a volte scivolava.
Guardando gli ascolti, che decretano un 49,5% di share con 11 milioni di ascoltatori, i commenti sulla prima serata del 66° Festival si fanno più complicati perché, qualcunque cosa possa essere stata sbagliata, non ha avuto nessun effetto negativo. Il fatto è che, di sbagliato, in questo esordio sanremese, non c'è stato praticamente nulla. Perfetta la conduzione di Carlo Conti: ancora una volta lascia spazio alle canzoni, si fa di lato e si limita ad esercitare il mestiere che conosce molto bene. Mai un eccesso, laddove il suo predecessore più affine, Baudo, a volte scivolava.
Bravissima Virginia Raffaele (o Sabrina Ferilli?), subito in campana, e pure Madalina Ghenea che, pur nei limiti linguistici, ne esce meglio di tante altre in passato. L'unico meno convincente ci è apparso Gabriel Garko, ma ha tempo per trovare il giusto spazio.
La serata, che ha proposto principalmente le esibizioni dei primi dieci Campioni, ha avuto diversi protagonisti. Si comincia con il centenario Giuseppe Ottaviano, uomo di una lucidità ed energia strabiliante: un bel momento.
La serata, che ha proposto principalmente le esibizioni dei primi dieci Campioni, ha avuto diversi protagonisti. Si comincia con il centenario Giuseppe Ottaviano, uomo di una lucidità ed energia strabiliante: un bel momento.
Arrivano Aldo, Giovanni & Giacomo, e sono una grande delusione: si limitano a ripetere per l'ennesima volta un pezzo trito e ritrito e visto in televisione svariate volte. Sarà stato pure un omaggio ai venticinque anni di carriera, ma davvero sali all'Ariston e non hai nulla di nuovo da proporre?
Solare come sempre Laura Pausini, superospite italiana: canta tre brani storici e poi propone "Simili", dal suo ultimo omonimo album. Ma la vera emozione è stata l'esibizione di Elton John, con la sala stampa emozionata ad ascoltate una leggenda del pop. Sir Elton propone "Your song", "Sorry seems to be the hardest word" e la nuova "Blue wonderful".
Solare come sempre Laura Pausini, superospite italiana: canta tre brani storici e poi propone "Simili", dal suo ultimo omonimo album. Ma la vera emozione è stata l'esibizione di Elton John, con la sala stampa emozionata ad ascoltate una leggenda del pop. Sir Elton propone "Your song", "Sorry seems to be the hardest word" e la nuova "Blue wonderful".

Ma veniamo alle canzoni in gara: Lorenzo Fragola ("Infinite volte") ha un bel pezzo, che forse non funziona al primo ascolto. Stesso problema per Noemi ("La borsa di una donna"), con una canzone che potrebbe diventare un classico ma non può essere assimilata subito.
I nuovi Dear Jack di Leiner ("Mezzo respiro") potrebbero funzionare alla radio, ma il cambiamento di frontman potrebbe cambiare anche il destino di questa band.
Meno incisiva del previsto la canzone di Giovanni Caccamo e Deborah Iurato ("Via da qui"): per essere stata annunciata come possibile coppia vincitrice, è piuttosto deboluccia, nonostante la firma di Sangiorgi.
Gli Stadio hanno una canzone struggente ("Un giorno mi dirai"), una delle più belle presentate. Curreri non la canta benissimo per un problema alle spie. Speriamo nella prossima esibizione.
Anche Arisa ha un grande pezzo ("Guardando il cielo") che tecnicamente esegue alla perfezione. Grandissimo anche Enrico Ruggeri ("Il primo amore non si scorda mai"), con una canzone veloce, ritmata e molto più avanti di gente con metà dei suoi anni.
Qualche problema invece per i Bluvertigo ("Semplicemente"): il brano non è male, anzi. Il problema è stato la tenuta vocale di Morgan.
Una bella botta di vita invece l'arrivo di Rocco Hunt ("Wake up"), il primo che ci fa ballare. Grande.
Bella anche la canzone di Irene Fornaciari ("Blu"), penalizzata dall'orario: non meritera di essere nelle ultime posizioni e speriamo risalga.
Mentre siamo a villa Ormond per il Dopofestival, arrivano gli esiti del voto, diviso tra sala stampa e televoto.
Nelle prime 6 posizioni ci sono gli Stadio, Enrico Ruggeri, Lorenzo Fragola, Rocco Hunt, Arisa, Caccamo e Iurato. A rischio invece (ovvero nelle ultime posizioni) Irene Fornaciari, Noemi, Bluvertigo, Dear Jack.
Stasera si comincia con i giovani: Chiara Dello Iacovo contro Cecile ed Ermal Meta contro Irama. In più, gli altri 10 Campioni ed ospiti come Eros Ramazzotti ed Ellie Goulding.
(Gianluca Mura)