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Con l'inevitabile malinconia, l'Epifania chiude questa parentesi di feste. Milioni di alberi, presepi e addobbi vari tornano nei ripostigli, nelle soffitte o nelle cantine. La grafica stessa del nostro sito torna classica, in attesa del cambio di look previsto per la fine dell'inverno. Da domani, con la ripresa delle scuole e il ritorno degli ultimi vacanzieri, la vita tornerà alla normalità. Ma è proprio in questa normalità che ciascuno di noi si troverà di fronte i problemi di sempre, quelli che ormai segnano la vita di questo Paese stremato.

Un Paese di paradossi, di nodi irrisolti, di sfiducia imperante, di lavoro precario e, soprattutto, di crisi. Il 2013 non inizia certo in positivo, considerando i primi dati che arrivano sul fronte dei saldi. Gli italiani si sono impoveriti e, soprattutto, hanno perso fiducia nella ripresa. Sicuramente non sarà l'avvio di una campagna elettorale già aspra a restituire brio ai cittadini. A rischio di essere qualunquisti, possiamo affermare che, si tratti di Monti, di Bersani, di Grillo o di Berlusconi, l'italiano in difficoltà non sente comunque una grande attrazione verso le urne e ancor meno confida che il nuovo Parlamento possa dare una sterzata che ci porti ad imboccare l'uscita del tunnel. Eppure, fosse solo per onorare l'anno nuovo, conviene un po' a tutti essere positivi e giocarci ancora la carta della speranza. La speranza che, chunque vinca le elezioni, si metta seriamente a lavorare per gli italiani, magari quelli onesti, piuttosto che usare una carica pro domo sua.