Fincantieri Marghera: Azienda e Sindacato di nuovo ai ferri corti sul "6 per 6"

A Gennaio si ripresenta lo spettro della cassa integrazione e non c'è ancora accordo tra le parti

Le nubi che si vedevano addensarsi all'orizzonte lo scorso Ottobre sullo Stabilimento di Fincantieri di Marghera ora stanno definitivamente oscurando ogni prospettiva di stabilità per la continuità occupazionale delle tute blu impiegate nella costruzione dello scafo dei giganti del mare.
Oggetto del contenzioso tra Sindacato e Azienda rimane l'accordo sulla flessibilità di orario che prevede la spalmatura delle 40 ore contrattuali su sei giorni lavorativi invece che su cinque. In effetti un accordo tra le parti era già stato raggiunto lo scorso 2 Agosto e ne prevedeva una applicazione circoscritta alla costruzione dello scafo della nuova commessa "Viking Star". Un'autentica boccata di ossigeno per il Cantiere che mercoledì scorso ha celebrato la cerimonia di impostazione del primo blocco della nave. L'impegno delle parti era di verificarne costantemente la bontà dell'accordo in termini di efficienza produttiva che questa nuova turnazione avrebbe apportato alle casse dello Stabilimento e nel successivo mese di Ottobre i rendimenti delle maestranze registrati dall'Azienda apparivano talmente soddisfacenti al punto di voler abbozzare con la RSU di Fim, Fiom e Uilm un allungamento della flessibilità di orario anche per la costruzione dello scafo della successiva commessa (Armatore "Holland America Line") e che avrebbe offerto stabilità occupazionale fino il 2015. Ed è a questo punto che la RSU, mostratasi compatta fin quel momento, palesava i primi preoccupanti scricchiolii.
 
Mentre per la Fiom bisognava attendere la conclusione della vigenza dell'accordo prima di sottoscriverne uno nuovo, la Fim e la Uilm apparivano più fluide nel tentare di far riconoscere un'indennità economica al disagio patito dai lavoratori impegnati nel "6 per 6", nel tentare di capitalizzare la totalità del "premio di risultato" ed un "programma meritocratico", sulla qualifica professionale, adeguato alle aspettative di tutti i dipendenti; aspettative disattese da oltre cinque anni. 
Delle due posizioni, prevalse quella della Fiom capace di far pesare la titolarità di maggioranza relativa nella RSU. Ma il tempo inevitabilmente scorre non solo nelle marca tempo dell'ex "Breda" ma anche sugli orologi al polso dei manager, e l'Azienda ha risuonato alla porta del Consiglio di Fabbrica per comunicare alla RSU che il 18 Gennaio 2014 verrà tagliata l'ultima lamiera della "Viking Star". In assenza di un nuovo accordo sul "6 per 6" la Fincantieri non potrà assegnare nessuna altra nave allo Stabilimento di Via delle Industrie 18.Tradotto in altri termini significa ripiombare nella tragedia della cassa integrazione; ed ora che il tempo non c'è più, la RSU annaspa nel tentativo di trovare una soluzione che soddisfi innanzitutto il proprio elettorato senza subire l'onta di essersi piegata inerme a quello che viene vissuto come un ricatto.  
Delle tre sigle della Rappresentanza Sindacale Unitaria paiono più dinamici i delegati Uilm che in tre assemblee svolte il 17 Dicembre scorso hanno radunato tutti i lavoratori dello Stabilimento innanzi al proprio Segretario Nazionale Mario Ghini, spiegando che la soluzione della trattativa passa attraverso un accordo che permetta ai lavoratori impegnati nel turno "6 per 6" il pagamento dell'indennità dello straordinario, il riconoscimento della totalità del "Premio di Risultato" e la condivisione di un "programma meritocratico" certo.
Mentre la Uilm quindi, a queste condizioni, ha ufficializzato la propria disponibilità nel trovare un accordo che scongiuri la cassa integrazione e porti danaro fresco nelle tasche dei lavoratori, Fiom e Fim chiedono tempo all'Azienda riuscendo a strappare un nuovo rimando alla trattativa per il giorno 8 Gennaio 2014.
A poche ore dunque dalla chiusura dello Stabilimento per le festività c'è grande apprensione tra i lavoratori, sufficientemente certi che il il prossimo Natale sarà sereno come si deve, mentre il 2014 inizierà con il pericolo di piombare nella cassa integrazione.
 
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