Fincantieri Marghera: nello Stabilimento c'è una calma "ad orologeria"

Per prolungare la flessibilità d'orario l'Azienda è disponibile (quasi) a tutto, la Rsu (quasi) a nulla

La nostra redazione lo aveva ampiamente pronosticato lo scorso 20 Dicembre quando, nell'ultimo articolo che vi dava conto di ciò che sta accadendo presso il più grande Stabilimento metalmeccanico della Provincia, s'intravvedeva aria di tempesta già dai primi giorni del 2014. E così è.
Il contenzioso tra Sindacato e Azienda rimane l'accordo sulla flessibilità di orario che prevede la spalmatura delle 40 ore contrattuali settimanali su sei giorni lavorativi (6 per 6), invece che su cinque, per gli 80 lavoratori dello Stabilimento impegnati alle macchine di taglio delle lamiere dello scafo dei giganti del mare.
Un'innovazione contrattuale fortemente voluta dall'Azienda, e condivisa da tutti e 12 i delegati membri della RSU di Fim, Fiom e Uilm lo scorso 2 Agosto, con l'impegno delle parti di verificarne costantemente la bontà in termini di efficienza produttiva che l'accordo si proponeva. Già dal successivo mese di Ottobre i rendimenti delle maestranze, registrati nei tabulati dell'Azienda, apparivano talmente soddisfacenti al punto da ipotizzarne l'estensione anche per la costruzione delle successive navi. Il futuro per l'ex "Breda" gravita attorno l'assegnazione di una nuova commessa (Società Armatrice Holland America Line di proprietà di Carnival) che potrebbe offrire stabilità occupazionale fino al 2015. In assenza di questa, le tute blu delle officine di scafo vedranno transitare l'ultima lamiera da tagliare il prossimo 20 Gennaio. Ma da quell'Ottobre allo scorso 19 Dicembre, data dall'ultimo incontro tra i manager di Stabilimento ed i rappresentanti dei lavoratori, si sono susseguiti rimandi su rimandi senza trovare nessuna convergenza concreta per una estensione condivisa del famigerato "6 per 6".
Nemmeno l'ultimo posticipo alla discussione, avvenuta nel pomeriggio di ieri presso la "sala Polena" della palazzina direzionale dello Stabilimento, ha sortito grandi effetti, sebbene Fincantieri abbia accettato tutte le condizioni poste da una parte della Rsu capitanata dalla componente della Uilm: recupero della parte mancante sul "premio di risultato" del 2013 (500€ pro capite), un programma meritocratico certo ed il giusto riconoscimento economico per quei lavoratori che sono obbligati al lavoro del sabato nel turno "6 per 6".
L'elemento di novità rispetto i precedenti incontri è la disponibilità dell'Azienda nel reinvestire sulle buste paga dei lavoratori gli utili derivati dall'applicazione della flessibilità, benefici che avranno ricadute economiche, e di inquadramento, importanti sull'intero Stabilimento, con un occhio di doveroso riguardo a chi si sta sacrificando nel "6 per 6".
 
La costante, rispetto il passato, invece è che nonostante tutta questa grazia una parte della Rsu, capitanata dalla Fiom, non ritiene corretto affrontare il confronto con queste modalità. In questi termini l'Azienda si pone in una condizione di oggettivo vantaggio "mediatico" rispetto le titubanze della Rsu, oltremodo sbilanciata sulla Fiom soprattutto a causa della reiterata indulgenza della Fim che non eccelle certo per tempismo. Ad un passo dal potenziale ritorno in cassa integrazione per i lavoratori dello scafo, l'Azienda ha reso noti, e possibili, i contenuti per addivenire ad un accordo nell'interesse di tutti prima del 20 Gennaio. La Rsu invece arranca nel tentativo di trovare un buon motivo che possa convincere l'intero Stabilimento per non firmare l'accordo. Operazione che ad oggi appare complicata e ad alta, altissima, tensione sotto una mascherata parvenza di calma che non rassicura più nessuno. Anzi.
Soundtrack: "il mio nome è mai più" / L. Ligabue (1999)
 
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