Si apre il 75° Festival e la nuova era di Carlo Conti. Sul palco con lui Gerry Scotti e Antonella Clerici
E Festival sia! Si parte con l'edizione 2025 della kermesse sanremese.
Con un commosso ricordo di Ezio Bosso, si apre il sipario dell'Ariston.
Molto sportivamente, Carlo Conti saluta Amadeus e loda il lavoro straordinario delle ultime cinque edizioni del Festival. "I Conti tornano" - scherza il conduttore toscano.
La gara parte subito, con Gaia a calcare per prima il palco dell'Ariston.
Dopo due canzoni arriva Gerry Scotti, presenza importante che non fa mancare la sua grande esperienza nella conduzione. Così come Antonella Clerici, la donna che ha condotto più Festival nella storia. Entrambi sono talmente navigati che i conduttori sono realmente tre e ciascuno di loro potrebbe fare tutto da solo. Dimostrazione plastica che Conti non ha manie di protagonismo.
Altri momenti topici: l'intervento a sorpresa (di cui però si vociferava) di Papa Francesco e il bellissimo messaggio di pace di Noa e Mira Awad con un'intensa versione di "Imagine", la canzone di riconciliazione per eccellenza.
Jovanotti arriva come un'esplosione e fa ballare l'Ariston, le sale stampa e probabilmente anche tanti telespettatori. Poi siparietto assieme a Tamberi. Come annunciato, assieme a Lorenzo arriva anche il ricordo di Sammy Basso.
Al Suzuki Stage di Piazza Colombo parte intanto il primo appuntamento della settimana, quello con Raf che festeggia i quarantun anni di "Self control".
Nel complesso, la prima serata è scivolata via tranquillamente. Conduzione impeccabile e nessuna interruzione alla musica. Paradossalmente, dopo che per anni si è chiesto di evitare di uscire dall'alveo delle note, forse si è avvertita l'assenza di qualche vibrazione diversa. Ma la cosa è più che comprensibile, avendo 29 pezzi da far ascoltare e l'obiettivo di non finire troppo tardi.
Probabilmente, tre conduttori navigati hanno permesso uno svolgimento perfetto. Per qualche svarione e deragliamento dovremo aspettare le prossime serate.
Di seguito, l'elenco delle esibizioni e i nostri primi commenti al loro secondo ascolto (tenendo conto delle prove di lunedì).
Gaia ("Chiamo io chiami tu): molto ritmato e latineggiante. Candidato a raffinato tormentone.
Francesco Gabbani ("Viva la vita") - Strizza l'occhio al blues ed è una gran bella canzone.
Rkomi ("Il ritmo delle cose")- Parte lenta e poi e guadagno (appunto) ritmo. Molto radiofonica.
Noemi ("Se ti innamori muori") - Grande voce e canzone melodica molto bella. Un bel ritorno per lei.
Irama ("Lentamente") - Una canzone che non aggiunge molto a quanto ha portato in altre occasioni.
Come_cose ("Cuoricini") - Siamo al tormento puro, cone qualche rimando agli Eurythmics. Tra pochi giorni sarà tutto un "cuoricini, cuoricini".
Simone Cristicchi ("Quando sarai piccola") - Il testo di questa canzone fa vibrare delle corde molto delicate. Più che la canzone in sè, i consensi che raccoglierà deriveranno proprio dalla commozione che le parole generano.
Marcella Bella ("Pelle diamante") - Una marcetta che non lascia particolare segno.
Achille Lauro ("Incoscienti giovani") - Una ballad nel suo stile, destinata ad essere amata dai suoi estimatori.
Giorgia ("La cura per me") - E' di un altro pianeta. Parliamo di una voce più unica che rara, che ha trovato anche un pezzo efficace che le permette di giocare con le note vocali.
Willie Peyote ("Grazie ma no grazie") - Una bella scossa di divertimento, con un testo che è tutt'altro che banale.
Rose Villain ("Fuorilegge") - Canta molto bene questo pezzo tagliato su misura. Non si discosta molto dal suo stile, ma azzecca anche questa canzone.
Olly ("Balorda nostalgia") - Una canzone piuttosto urlata, ma ha un suo perché. Sicuramente sarà molto suonata dalle radio.
Elodie ("Dimenticarsi alle 7") - Tecnicamente perfetta, quasi algida. Mantiene il suo stile, mangia il palco e, se non stupisce, conferma.
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento ("La mia parola") - Per amanti del genere, che comunque rappresentano molto bene. Bella la presenza del coro.
Massimo Ranieri ("Tra le mani un cuore") - La classe di un vecchio leone della canzone italiana non si smentisce.
Tony Effe ("Damme 'na mano") - Supera le polemiche con un pezzo che sicuramente non fa scandalo. Più Califano che il Tony Effe che conosciamo.
Serena Brancale ("Anema e core") - Latineggia, si muove benissimo sul palco. Riesce a dare una botta di vita.
Brunori Sas ("L'albero delle noci") - Grande pezzo cantautorale. Una delle cose più belle proposte in questa edizione.
Modà ("Non ti dimentico") - La voce di Kekko è sempre potente. Un pezzo in continuità con la loro storia che necessita di una bella ripartenza.
Clara ("Febbre") - Brano con buona dinamica. Sonorità moderne, per un pezzo radiofonico. Lei è molto intonata.
Lucio Corsi ("Volevo essere un duro") - Canzone leggera e deliziosa. Conferma del talento del giovane cantautore.
Fedez ("Battito") - Soprendente, nel senso che la canzone è al di sopra delle aspettative, viziate dalle troppe polemiche. Troppe volte si guarda al personaggio e non all'artista. Senza capire dove finisce uno e inizia l'altro.
Bresh ("La tana del granchio") - La sua prima apparizione al Festival va promossa a pieni voti: canzone efficace.
Sarah Toscano ("Amarcord") - Molta energia, ritmo ossessivo per questo brano destinato a un buon airplay.
Joan Thiele ("Eco") - Fuori dagli schemi canonici: ti porta quasi in un mondo western ipnotico.
Rocco Hunt ("Mille vote ancora") - Come sempre, il buon Rocco ci porta allegria e voglia di ballare.
Francesca Michielin ("Fango in Paradiso") - Melodia, melodia, melodia. Molto brava.
The Kolors ("Tu con chi fai l'amore") - Bravi, ma vorremmo sentire anche qualcosa che esca dal ciclo-tormentoni, perché sanno fare anche altro.
La prima classifica provvisoria (della Sala Stampa Web e Tv) va in onda al termine della serata. In ordine sparso, i primi cinque sono:
BRUNORI SAS - GIORGIA - LUCIO CORSI - SIMONE CRISTICCHI - ACHILLE LAURO
(gm)