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Quando le aziende chiudono

IL COMMENTO
La crisi delle micro imprese non conosce sosta ma, a fronte di un tale dramma, sono in pochi ad occuparsene. Si pensi che solo quattro anni fa i piccoli commercianti ed artigiani erano 4.200.000, producendo il del 40% del PIL italiano. Oggi il 70% di questi è in sofferenza, con una perdita complessiva di 40 mld l’anno.
Un documentato post dell'amico Marco Giganti analizza la situazione riportando dati che spaventano ma che è dovere di ognuno di noi conoscere. Perché siamo noi cittadini a dover prendere coscienza della profondità di questa crisi: i politici, specie in queste settimane, saranno molto occupati a chiedere voti ed a fare promesse di ogni tipo che, in buona parte, non manterranno. Di sicuro, la campagna elettorale assomiglia molto di più a un mercato che ad un processo verso il miglioramento.
Riferimento:
 

Il valore dell'art.18

La riforma del lavoro che sta per essere presentata in queste ore dal governo Monti e che ha nella rilettura dell'art. 18 il suo punto cruciale rappresenta, a prescindere dalle posizioni discordanti tra sindacati e imprenditori, un capitolo nuovo nella storia di questa repubblica. E, perdonatemi, rappresenta una nuova sconfitta generazionale. La prima avvenne in occasione della legge 30, nota anche come legge Biagi, quando ad essere piegati furono i ventenni che si affacciavano al mondo dell'occupazione, perdendo di fatto ogni tutela ed ogni prospettiva a lungo termine. Da quel momento, i giovani di questo paese entrarono in un dimensione diversa, fatta di rapporti di lavoro inediti.

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