Sanremo 2019: Prima serata

DIARIO DA SANREMO

Buona la partenza, ma la serata è troppo lunga

Dopo un'altra giornata ad inseguire cantanti e interviste, una sorte felice mi aggiudica per estrazione in sala stampa un biglietto per il teatro, per assistere alla prima serata dal vivo.
Vedere il Festival dalla galleria dell'Ariston è una bellissima esperienza. La cosa che più colpisce è il suono, che arriva diretto e non riprodotto da un sistema di trasmissione: la sensazione è quella di trovarsi ad un concerto.
Il Festival parte e, come l'anno scorso, la conduzione appare prova di sbavature, semplicemente perfetta. Bravissima Virginia Raffaele, un po' ingessato ma comunque efficace Claudio Bisio. E Claudio Baglioni, gran cerimoniere, ripete la formula precedente: fare un passo indietro, lasciare ai colleghi il lavoro ed intervenire solo in particolari situazioni.
Le canzoni da ascoltare sono tante, ben 24, ed inevitabilmente l'attenzione via via sfuma. Ora capisco le facce attonite che notavo tra il pubblico, quanto vedevo la trasmissione dalla TV. Sul divano puoi anche stendere le gambe...
24 canzoni ma qualche siparietto non manca: l'ospitata di Pierfrancesco Favino e l'omaggio al Quartetto Cetra con Claudio Santamaria.
I superospiti, categoria molto ricca quest'anno, sono Andrea e Matteo Bocelli e Giorgia.
Ma veniamo alle canzoni. Questa, fortunatamente, non è una delle edizioni dove stenti a trovare qualcosa di passabile. Ci sono brani più belli di altri ma, in generale, la qualità tende al medio-alto.
Ecco i nostri voti:
  • Francesco Renga: come sempre grande lavoro vocale, ma il brano non aggiunge nulla di nuovo al suo percorso (6+)
  • Nino D'Angelo e Livio Cori: è un riuscito impasto di voci e sentimento (7)
  • Nek: pezzo pop-rock già buono per essere un successo radiofonico (7.5)
  • Zen Circus: canzone non sanremese, che merita un riascolto più attento (6.5)
  • Il Volo: che sono dei fenomeni lo sapevamo. Esibizione da standing ovation (7.5)
  • Loredana Bertè: veramente una grande sorpresa. Bella la canzone, bravissima lei: precisa, graffiante. Bentornata, Loredana (9)
  • Daniele Silvestri: pezzo difficile ma molto originale, come suo stile (7/8)
  • Federica Carta e Shade: hanno portato freschezza e disimpegno (6/7)
  • Ultimo: il vincitore annunciato convince, ma non del tutto (7-)
  • Paola Turci: grande classe, grande maturità artistica. Bella canzone (8)
  • Motta: pezzo cantautorale, di non facile presa. Da riascoltare (7-)
  • Boomdabash: finalmente l'allegria, la vera canzonetta da doccia (8-)
  • Patty Pravo e Briga: veramente una bella canzone. Sorprendente (8+)
  • Simone Cristicchi: una poesia toccante, un grande testo. Sfodera anche delle sfumature vocali inedite (7.5)
  • Achille Lauro: un rock misto a trap, una cosa nuova. Bravo (7/8)
  • Negrita: anche per loro nulla di nuovo, ma la classe non è acqua e la canzone è bella. (8)
  • Ghemon: pezzo molto interessante, di non immediata presa. Va riascoltato (7+)
  • Einar: canzone d'amore, piuttosto scontata (6+)
  • Ex-Otago: buona questa loro prima esperienza (7)
  • Anna Tatangelo: un pop gradevole (7)
  • Irama: una storia tenera per una bella interpretazione (7.5)
  • Arisa: pezzo geniale, da musical. Lei voce pazzesca. (8.5)
  • Enrico Nigiotti: uno dei pezzi migliori. Maturo, intenso, Bella voce (8)
  • Mahmood: ci regala un botta di energia proprio quando le forze sono allo stremo (7+)

La classifica parziale, che non commentermo, palesa però un aspetto: quasi tutti i volti nuovi per il Festival finiscono in zona rossa. In zona blu abbiamo gli artisti più affermati, che se va male sono in gialla. Qualcosa significherà.

La serata termina ben oltre l'una di notte e anch'io mi unisco al gruppo che esce dall'Ariston. Anch'io con una faccia attonita: bello spettacolo, ma la prova del teatro è incredibilmente più complicata del divano o della sala stampa. Dove tornerò domani.

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