Ecco come le radio “uccidono” la musica italiana

COMUNICATO STAMPA

Due terzi dei consumatori acquista musica italiana: solo un terzo passa in radio

Negli ultimi tre mesi di classifiche, nella chart share, cioe' nelle prime 50 posizioni in classifica, secondo i dati di Musica & Dischi, risultano presenti il 71, 1% per cento di album major e il 28,9% di album indipendenti, mentre nei singoli le major si accapparanno il 79,7% del mercato mentre il 20, 3% va agli indipendenti.
Relativamente agli album, sempre secondo i dati di Musica & Dischi, ben il 60,6% di quelli presenti nella Top 50 sono di produzione italiana, solo il 21, 1% di album venduti sono stranieri e il restante 18,3% e' fatto di compilation, che alternano musica italiana e straniera insieme.
E' del tutto evidente come la musica italiana sia gradita ad oltre i due terzi del pubblico di consumatori di musica su supporto fisico, sommando gli album di produzione italiana insieme alle compilation di musica italiana, e che tra questi gli indipendenti si attestino su una quota media che viaggia tra album e singoli intorno al 25%.
La situazione per la musica italiana e per la produzione indipendente, oramai sempre piu' made in Italy a tutto tondo, come risulta dalle ricerche che abbiamo fatto su diversi circuiti radiofonici, e' ancora piu' difficoltosa di un tempo. 
Negli ultimi tre mesi in fatti, nell'ambito della Top 50, cioe' dei 50 brani piu' trasmessi in radio negli ultimi 90 giorni, i brani stranieri sono presenti per il 78% mentre gli italiani solo con il 22% e le major si accaparanno l'84% del mercato mentre agli indipendenti resta solo un misero 16%.
Mentre nella Top 100 dei brani piu' programmati in radio degli ultimi tre mesi ben 61 sono i brani stranieri e solo 39 quelli italiani, rovesciando praticamente i gusti del mercato e del pubblico. Infine, le major si accaparrano una fetta ancora piu' grossa del mercato radiofonico conquistando l'81% del mercato mentre solo il 19% è a favore degli indipendenti.
E' evidente che ci troviamo di fronte ad un totale rovesciamento , messo in atto dalle radio, dei gusti e dei consumi del pubblico, e che solo da questi semplici, ma drammatici, dati si evince l'obbligo di un intervento normativo che , nella totale liberta' di scelta delle emittenti televisive e radiofoniche, sensibilizzi i network  tv e radio nei palinsesti musicali a lasciare il 40% di spazio minimo alla musica italiana del quale il 20% da dedicare ai giovani esordienti come fatto in Francia, collaborando così a valorizzare la musica italiana di qualita', a creare una porta d'accesso ai giovani all'esordio provenienti dai circuiti alternativi ai talent show tv musicali, a diventare volano di occupazione per il settore aumentando gli introiti per i nostri autori ed editori e per tutta la filiera musicale e anche a sensiblizzare l'arrivo di capitali esteri per co-produzioni di produzioni in  Italia che potrebbero avere maggiori spazi sui grandi media.
Infine, per dare valore al Tax Credits alla discografia e all'Act Music Live per i concerti nei piccoli club, e' indispensabile valorizzare tali interventi offrendo loro gli spazi che meritano sulle tv e sulle radio del territorio e portando le radio ad essere al fianco di tali nuove produzioni, creando un'alleanza del made in Italy culturale, invece di rischiare di ucciderle e, nel tempo, magari, di rischiare di morire con loro con l'avvento delle nuove tecnologie di ascolto di musica in streaming libero.
Per tale motivo la campagna che vede tra i suoi firmatari artisti di grande calibro come Piero Pelù, Eugenio Finardi, Piotta, Luca Bassanese e tantissimi altri, oltre alle 30 associazioni del settore, quali Arci, AudioCoop, Rete dei Festival, Suono Italia, Muovi La Musica e tantissime altre realtà,  prosegue con successo su Change.Org con l'obiettivo di raccogliere migliaia di adesioni.
(Comunicazione - Audiocoop)
 
Tags: 
radio
musica
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