Auguri!
Il giorno di Natale è probabilmente una delle poche occasioni in grado di mettere tutti d'accordo. Si dice che si diventa tutti più buoni. Magari non è proprio così, ma di certo questa festa riesce a portare un po' di tenerezza in ciascuno di noi. Sarà che Natale è un evento che si ripete da sempre e non esiste nessuna persona, in questa parte di pianeta, che non ne abbia sentito l'effetto almeno una volta. La magia del Natale l'abbiamo tutti conosciuta sin dall'infanzia ed è una delle poche certezze che scandiscono la nostra vita.
Questo Natale 2013 arriva a conclusione di un altro anno difficile per l'Italia: la crisi economica si è divorata buona parte del benessere che avevamo conquistato con sacrificio dal dopoguerra. Non a caso, la stessa Confindustria parla di danni simili a quelli che derivano da un conflitto. Tra proteste e promesse, il cittadino italiano, sia esso imprenditore o dipendente, ha ben pochi motivi per festeggiare. Eppure, a dispetto delle nubi che si addensano anche per il 2014 (fiscal compact?), qualche speranza di un miglioramento siamo pronti a spenderla.
Ieri Letta ha detto che è avvenuto un ricambio generazionale: sono scesi finalmente in campo i quarantenni, quelli che da bambini guardavano i cartoni animati giapponesi e che finora, come dice Andrea Scanzi, sono rimasti in panchina. Se questa notizia sia un punto a favore, è presto per dirlo. Di certo, finalmente il Paese vedrà all'opera la generazione nata tra la metà degli anni sessanta e la metà dei settanta. La mia generazione. Gente di sicuro non giovane ma che, per tutta una serie di motivi (e di colpe), non si è mai esposta. Gente che ha preferito lasciare la responsabilità ai genitori, nonostante questi fossero ormai anziani e, probabilmente, scarsamente motivati. Forse adesso è arrivato il momento di tentare. Di prendere il Paese in mano. Perchè il Paese che dobbiamo rimettere in sesto è quello che dovremo lasciare ai nostri figli, che già stanno pagando a loro volta, e duramente, la nostra latitanza.
Buon Natale, quindi, a tutti noi "figli di Goldrake". Sia una festa felice e serena. Perchè, subito dopo, ci sarà tanto da fare.
(g.m.)