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Calderoli e gli oranghi

L'OPINIONE
Basta farsi un giretto su Twitter per comprendere immediatamente quanto l'affermazione del senatore delle Lega Nord Roberto Calderoli ci abbia fatto fare l'ennesima figuraccia internazionale. Digitate "orangutan" sulla box di ricerca e vedrete quanti tweet indignati sono piovuti in queste ore su Twitter. Altrettanto movimento su Facebook e altri social network.
"Italian lawmaker likens black minister to orangutan" è la frase più gentile, dal momento che riporta la notizia nuda e cruda. Calderoli, vicepresidente del Senato della Repubblica, già ministro in due occasioni (riforme istituzionali e semplificazione normativa), autore del "Porcellum" (da lui stesso definito in questo modo), ha in un comizio detto questa frase, riferendosi al Ministro Cécile Kyenge: “Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”. Ora, se di fisiognomica dobbiamo morire, sarà sufficiente osservare una qualsiasi foto del suddetto Calderoli per trovare una lunga serie di somiglianze. Ma a questo gioco non ci stiamo: ognuno ha la faccia che la natura gli ha donato e non deve certo essere questa la metrica per valutare una persona.
Quello che lascia inorriditi è la volgarità, la trivialità e il razzismo espresso in una tale brutale crudezza. Ora, se a farlo sono quattro ubriaconi in un bar o comunque qualsiasi cittadino nella sua cerchia privata resta, seppur biasimabile, una vicenda circoscritta. Se a farlo è un senatore, che peraltro già in passato ne ha combinata almeno un'altra di grossa (le indimenticabili magliette con la vignetta su Maometto), la cosa è inaccettabile. Non avevamo di certo bisogno di renderci ancora una volta ridicoli. Non abbiamo certo bisogno di uno come Calderoli. Si dimetta o sia fatto dimettere. A casa propria ognuno parli come vuole. Quando però uno riveste una carica pubblica non può vomitare queste frasi terrificanti e pretendere di rimanere al suo posto. Calderoli non ha offeso solo la Kyenge. Ha reso ridicoli tutti gli italiani: questa mortificazione chiede come riscatto almeno che gli italiani stessi non gli debbano più pagare lo stipendio.
(g.m.)
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