Carmen Consoli a “Voci per la libertà: “La rivoluzione è la cultura”

La cantautrice siciliana ha ricevuto il Premio Amnesty nella sezione Big per la canzone "L'uomo nero"
Carmen Consoli protagonista dell’ultima giornata di “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, lo storico festival che unisce musica e diritti umani e che si è concluso domenica a Rosolina Mare (Rovigo).
L’artista siciliana ha ricevuto il Premio Amnesty International Italia 2022 nella sezione Big, grazie al brano “L’uomo nero”. È la sua seconda vittoria, che coincide con la ventesima edizione del Premio e con la venticinquesima del festival che lo ospita. Il brano vincitore è contenuto nell’album “Volevo fare la rockstar” e parla con sarcasmo del sovranismo che porta alle violazioni dei diritti umani. La cantautrice siciliana era già stata vincitrice nel 2010 con il brano “Mio zio”, sugli abusi sui minori.
In serata prima della premiazione e esibizione della cantautrice si è svolta la finale della sezione emergenti del Premio, che ha visto in lizza Comblove, Lorenzo Lepore, Adolfo Durante & Gabriele Morini, Rumba de Bodas e La Scelta, selezionati da una ampia e qualificata giuria nelle due semifinali di venerdì e sabato. Nella serata finale si sono esibiti in veste di ospiti anche l’attore Miguel Gobbo Diaz e, in chiusura, i Modena City Ramblers.
Nel pomeriggio Carmen Consoli ha partecipato a un incontro con pubblico e giornalisti insieme al portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury. “Non mi aspettavo questo premio – ha detto - è una bellissima sorpresa. E poi vengo con piacere in una terra che è un po’ anche la mia visto che una parte della mia famiglia arriva dal Veneto.
“L’uomo nero” parla di dittatura ma non è una dittatura specifica, non è totalitarismo, non è cesarismo, è una nuova forma di dittatura. Mi è venuto in mente questo personaggio ed ho voluto interpretarlo in prima persona.
Provengo da una famiglia sana, che mi ha abituato all’idea che la diversità genera ricchezza. Mia madre veniva dal nord e si confrontava con i siciliani. Le due famiglie trovarono grandi punti in comune, da tutte due le parti c’era l’idea dell’accettazione del diverso. Mio papà mi diceva di pensare al significato di democrazia: potere nelle mani del popolo. Io ragiono sul fatto che il dominio dell’uomo è nella conoscenza, un popolo che non fa della conoscenza elemento essenziale, nutrimento per l’anima e il cuore è destinato all’infelicità, ai governi balneari.
E soffre la minaccia perenne della dittatura, come quella del mio dittatore, che è un piacione, risolve tutto urlando, perché così ottiene il consenso. Questa dittatura potrebbe anche travestirsi con la democrazia. Non è solo destra. È una deriva neofascista, un atteggiamento subumano, è il pesce grosso che mangia il pesce piccolo.
In un certo momento il problema dell’Italia per qualcuno era una nave ferma a Lampedusa. Con argomentazioni di puro populismo. C’è bisogno di parlare di altro, di ambiente, di integrazione. Altrimenti generiamo solo conflitto e conflitto.
Abbiamo bisogno di recuperare tempo, per me è qualcosa di fondamentale: tempo per approfondire, per studiare, per essere in grado di scegliere. La rivoluzione in questo paese è la cultura. Viva la cultura, che potrebbe anche diventare una risorsa economica”.
Da parte sua Noury ha detto: “Siamo arrivati all’uomo nero dopo anni di narrazioni tossiche che hanno diviso questo paese, slogan faciloni come “prima gli italiani”, teorie come quelle che i diritti ad un certo punto finiscono, l’idea folle che i diritti si meritano comportandosi “bene”. Queste narrazioni dovrebbero produrre un senso di allarme, invece hanno prodotto l’idea che gruppi di persone sono considerate una minaccia da altri. I campanelli d’allarme servono e questo brano lo è. Ogni volta che lo si ascolta dovremmo pensare a che società vogliamo, una società basata sui diritti, favorita da una politica di coraggio. Perché una società basata sull’odio, sull’esclusione non ha futuro, ha solo passato e il passato è l’uomo nero”.
Un’iniziativa di: Associazione Voci per la Libertà, Amnesty International Italia, Comune di Rovigo, Comune di Adria, Comune di Rosolina.
Con il contributo di: CGIL Rovigo, CISL Padova e Rovigo, Circoscrizione Veneto - Trentino Alto Adige di Amnesty International Italia, Fondazione Amnesty International.
Partner tecnici: ARS audio & light, Press4All, Mei - Meeting degli Indipendenti, OPS Group, Rete dei Festival, PeM Festival – Parole e musiche in Monferrato, Studioartax, Musica nelle Aie, Proloco Rosolina.
Media partner: Rai Radio1, FunnyVegan, ViaVaiNet, Noise Symphony, Indieffusione, Radio Popolare, Radio 41, Radio Elettrica, Radio BlueTu.
(Ufficio stampa: Monferr’Autore)